giovedì 20 novembre 2014

I cinesi dell'informazione

Diventare ancora più invisibili per cercare di apparire, anzi per tentare di dimostrare e mostrare l'importanza del nostro lavoro. Con i miei colleghi corrispondenti de Il Giorno stiamo attuando lo sciopero delle firme, per protestare contro la decisione del nostro editore di non rinnovare il contratto a quattro di noi dopo anni di impegno e lavoro e di non riconoscere il loro diritto meritato e acquisito al posto di lavoro. Ma anche per denunciare i compensi irrisori: da 2,5 a massimo 13-15 euro per ogni articolo pubblicato sul giornale cartaceo e da 2,5 a 4,5 per sui portali internet, roba da "cinesi dell'informazione".
Non apporre la firma né la sigla in calce agli articoli significa palesare visivamente che senza di noi quegli articoli, quelle notizie, non ci sarebbero, il giornale sarebbe più povero, la qualità e la puntualità dell'informazione più scarne, forse nulle. La firma e la sigla per chi svolge la mia, la nostra professione significano assunzione di responsabilità verso i lettori di quello che si scrive, ma anche la fatica, l'entusiasmo, le relazioni, le fonti, i sacrifici, i chilometri, le ore piccole, le verifiche, gli approfondimenti, le telefonate... che permettono di scrivere un articolo.
Temo non servirà a nulla, dai vertici aziendali non abbiamo ricevuto alcun riscontro, nemmeno un rimprovero, solo indifferenza e silenzio assordante, come se non esistessimo appunto. Non importa, in tanti hanno compreso e condiviso, con noi tanti colleghi redattori e anche tanti collaboratori - loro che un contratto se pur misero e umiliante nemmeno lo hanno – hanno compiuto la medesima scelta per solidarietà e ciò rappresenta comunque un importante riconoscimento.
Di certo non ci arrendiamo, non ci fermiamo, non abbiamo più nulla da perdere, se non la dignità umana e professionale da preservare, per noi e per coloro la cui dignità professionale e umana è già stata calpestata a oltranza.

1 commento:

  1. Ben detto!!!! Stanno distruggendo i giornalisti e l'informazione con la complicità del sindacato, è ora di tirare fuori le palle e inchiodarli alle loro responsabilità

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