“C'è qualcosa che non va in questo cielo...” recita una canzone del mitico Blasco Vasco Rossi del 1987.
Già, c'è qualcosa che non va....
Quando in un'azienda editoriale, che conta già quattro direttori e
sei vicedirettori, viene reclutato un nuovo, un altro direttore
editoriale. Non uno qualsiasi, ma uno di calibro nazionale le cui qualità professionali sono indiscusse come la
probabilmente capacità di fungere da traino e da richiamo per la
testata – le testate – che è chiamato a dirigere, ma che
certamente – e giustamente - costerà pure qualcosa in termine
economici. Tutto ciò mentre ai giornalisti di quelle testate vengono
chiesti continui sacrifici, in termini di incombenze e carichi di
lavoro, in termini di perdite occupazionali – cioè di colleghi -,
in termini di continui straordinari quotidiani, come tempo e come
impegno, non retribuiti e nemmeno apprezzati e valorizzati, in
termine di contratto di solidarietà prima e di cassa integrazione
adesso.
C'è qualcosa che non va... Quando in
un'azienda editoriale i giornalisti vengono cacciati o “esodati”
dalla porta principale beneficiando di pensionamenti obbligatori e
prepensionamenti, pagati da tutti i giornalisti e da tutti i
contribuenti - e successivamente questi stessi giornalisti cacciati o
“esodati” vengono fatti entrare dalla finestra per svolgere il
medesimo ruolo e assolvere le medesime incombenze, quando allora li
si sarebbe potuti/dovuti mantenere in pianta organica rispettando la
loro professionalità e la loro importanza e insieme utilizzando
meglio i denari dei colleghi e dei cittadini.
C'è qualcosa che non va... Quando in
un'azienda editoriale si ambisce a diventare il primo gruppo
dell'informazione nazionale, ma nel contempo si decimano i redattori, si falcidiano i corrispondenti, si annichiliscono i collaboratori quasi che le notizie e la qualità
piovessero dal cielo e non siano invece frutto delle capacità di giornalisti di cui ci si vuole disfare.
Che poi non è neanche solo un'azienda editoriale, sono tante, sono troppe, forse tutte.
Che poi non è neanche solo un'azienda editoriale, sono tante, sono troppe, forse tutte.
Già. “C'è qualcosa che non va in
questo cielo... C'è qualcuno che non sa più cosa è un uomo...”
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