domenica 9 novembre 2014

Lo scanner

L'editoriale di Claudio Brambilla su Merateonline mi ricorda che dieci anni fa uscivo sorridente dal tribunale di Lecco, assolto con formula piena dopo un grottesco processo che mi ha visto sul banco degli imputati per aver ascoltato tramite uno scanner – anzi due, perchè con me ne avevo sempre uno di riserva caso mai si scaricassero le batteria – le conversazioni in chiaro delle forze dell'ordine e per averne divulgato i contenuti, che poi significavano incidenti, furti, rapine. Non sapevo quello che sarebbe accaduto dopo, in una vicenda ancora più assurda di quanto lo sia stata l'”indagine” che mi ha portato per la prima volta a sedere dalla parte dei presunti “criminali”, non sapevo cioè che in Appello sarei stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione, sentenza poi confermata dai giudici della Cassazione, sebbene né in secondo grado né in Suprema corte qualcuno si fosse degnato di ascoltarmi e abbiano deciso tutto in poche ore sulla base di scartoffie...
Considero la condanna una medaglia, un onore al merito al mio, nostro, impegno, al mio, nostro, inseguire le notizie a tutti i costi, al mi, nostro, essere presente/i sul territorio... Ma la considero anche un bel ricordo degli inizi della mia “carriera”. Forse non provo più rabbia per quello che è stato solo perché, nonostante il tempo e i soldi spesi – di chi mi ha pagato l'avvocato cioè Claudio Brambilla, ma anche dei contribuenti che hanno pagato stipendi di carabinieri, pubblici ministeri, periti e magistrati, che già tutto ciò meriterebbe qualche riflessione sul sistema giudiziario e penale nostrano – non ho trascorso nemmeno un giorno in galera e tutto si è risolto con una sorta di semplice buffetto, nulla più. Oppure perché ho avuto il mio piccolo momento di celebrità e un'avventura da raccontare e di cui vantarmi. O semplicemente perché tanto è inutile farsi il sangue amaro su ciò che non si può cambiare.
Lo scanner, marca Icom modello Ic-R, comunque l'ho ancora, non funziona più, come ogni cosa che passa per le mani dei figli, ma l'ho ancora, accanto alla scrivania, ricoperto di polvere. In dieci anni ho sviluppato fonti, contatti, relazioni, che mi permettono il lusso di rinunciarvi, ormai molte informazioni passano da comunicati stampa e note ufficiali. Il resto lo fa forse pure la paura di finire di nuovo nei guai... Però lo scanner è lì, spesso lo guardo e mi ricorda che quello era ed è il modo migliore di svolgere questo fantastico mestiere, ascoltando il gracchiare della selettiva, interpretando i Delta 10 e i Delta 11 (incidenti e incidenti con feriti), l'allarme Romeo (rapina), i Mike 1 (la stazione dei carabinieri di Merate), India (il comandante di Compagnia), Fiamme (l'elicottero), il primo e il secondo ordinario...
Sapete che c'è? Quasi quasi ne compro uno nuovo... in fondo mi ha portato bene!

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