giovedì 9 aprile 2015

(Dis)Equo compenso, la disfatta del nostro sindacato

I giudici del Tar del Lazio hanno difatto annullato la delibera sul (dis)equo compenso. In molti, specie tra noi che costituiamo le fila dell'Ordine, abbiamo parlato di vittoria e ne comprendo le motivazioni, se non fosse stato per il nostro Presidente del Cnog Enzo Iacopino (che Dio lo benedica per la sua lungimiranza e ce lo conservi a lungo) quell'accordo-farsa sarebbe divenuto la norma di riferimento i tra i collaboratori dei giornali.
Eppure non riesco a gioire e ritengo ci sia poco da esultare.
Continuo a chiedermi come sia stato possibile che coloro che dovrebbero tutelare gli interessi contrattuali e la dignità professionale dei giornalisti, cioè i delegati della Fnsi, abbiamo potuto firmare un'intesa palesemente abominevole, che avrebbe equiparato il mestiere dell'informazione al cottimo, roba da discount delle notizie, e avrebbe avvallato che tremila e vattelapesca euro lordi all'anno siano tutto sommato una cifra accettabile per garantire la dignità di noi scribacchini.
No, davvero non c'è da festeggiare. Si tratta dell'ennesima dimostrazione dell'incapacità dei nostri rappresentanti sindacali di assolvere al compito per il quale loro stessi si sono proposti, perchè mica lo ha imposto il medico a lor signori di farsi eleggere. Anche i vari ministri, sottosegretari e funzionari governativi in verità non ne escono benee hanno uno strano concetto di equo compenso...
Dal sindacato dovrebbero tornare a fare il sindacato, smetterla di sostituirsi agli editori, di illudersi che con gli accordi interni riusciranno a salvare l'editoria e le aziende editoriali. I soldi gli editori – e lo capisco, sono soldi loro -,per chi vogliono li trovano. E allora che li trovino anche per noi cinesi dell'informazione che permettiamo ai loro giornali, alle loro riviste, ai loro telegiornali di essere pubblicati e trasmessi. Troppo comodo altrimenti far pagare i rischi del rischio di impresa ai chi lavora per loro e beneficiare da soli dei guadagni del rischio di impresa di cui altri pagano il prezzo.
Ma per fortuna che anche questa volta, dove non è arrivato chi di dovere, cioè la Fnsi, è arrivato l'Ordine dei giornalisti, una magra consolazione che evidenzia ancora di più il desolante panorama degli organismi di rappresentanza sindacale.

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